15.03.2022
Quattro passi per Ivrea
Pubblicato il 04.05.2022

Il 12 marzo abbiamo proposto la prima passeggiata di comunità. Una visita a quattro luoghi “abbandonati” della città per conoscere, pensare e costruire insieme qualche proposta.

Una mattinata decisamente istruttiva a spasso per Ivrea alla scoperta di alcuni “spazi vuoti” che non possiamo dimenticare. Le guide che ce li hanno fatti scoprire erano le migliori sul mercato: le persone che quei luoghi li vivono, ci hanno lavorato o vi hanno dedicato pensiero e progetti. Ringraziamo quindi chi ci ha accolto e guidato in questa passeggiata insolita.

Grazie a Simonetta che ci ha raccontato con la sua bella voce da insegnante la Scuola Materna di via Dora Baltea, il cui piano superiore è stato abbandonato ormai da anni ed è sempre più degradato. Circa 1000 mq pieni di vuoto.

Grazie a Debora e Ciro, due testimoni di ciò che accade al commercio in via Arduino. Qui il commercio ci parla anche di tessuto sociale, di rilancio della città, di occasioni di incontro, confronto e scambio.

E il the che Debora ci offre, Amazon non ce lo avrebbe mai preparato. Grazie a Liliane Barda, della Comunità ebraica di Ivrea che ci ha ricordato la storia della Sinagoga di Ivrea. Dopo un bellissimo restauro del 1999 è inagibile da circa 4 anni e in attesa di una valutazione tecnica che quantifichi gli investimenti necessari per restituirla come luogo di culto e spazio fruibile da tutta la città.

Grazie a Enzo Vigo che ci ha aperto le porte di uno degli spazi più incredibili della nostra passeggiata: il locali dell’ex Albergo diurno. “Ivrea dovrebbe definire meglio in quale direzione vuole muoversi e definire su un lungo periodo quale debba essere la sua identità. Solo così diventerà un luogo attrattivo per investitori che vogliano puntare su un luogo dal potenziale enorme come l’ex albergo diurno”. Sono parole di Enzo Vigo su cui non possiamo che essere d’accordo. Grazie anche ad Andrea Armandola che ha studiato a fondo questi spazi e ce li ha raccontati.

Infine, grazie ad Andrea Gaudino, che ci racconta dello spazio della casermetta dietro la Stazione, un tempo abitata dal genio ferrovieri e adesso vuota e in cerca di progetti che le diano una seconda vita.

E allora magari varrà la pena ripitturare la scritta che continua ad accoglierci alla stazione ma che oramai nessuno guarda più: IVREA LA BELLA.